KNELT ROTE "Alterity" (Recensione)
Una
mazzata in piena faccia, questo brevissimo ritorno dei Knelt Rote. Solo
sette pezzi, affilati come coltelli e brutali come colpi di maglio, per
un lavoro che, al primo ascolto, non può non ricordare i più celebri
Anaal Nathrakh: elementi black metal ed elementi grindcore si fondono
perfettamente in questo lavoro, che restituisce il terzetto americano
dopo sei anni di attesa.
Buona
parte del riffing, infatti, è gelido, glaciale e distante, in perfetto
stile Limbonic Art (ma ancora ve li ricordate?), lontano dal lo-fi delle
origini norvegesi del genere. Ma esiste una seconda anima, più rasposa
potremmo dire, che rimanda direttamente al riffing ed alle dinamiche
crust/grind; magari fa la sua comparsa in maniera minoritaria, era
magari più presente ai loro inizi, ma va comunque a comporre l'ossatura
della band.
Su
tutto si staglia un ottimo lavoro vocale, fatto di due ugole che si
rincorrono a vicenda a chi è più sguaiato e gutturale, anche in questo
mettendo in scena un dualismo estremo e convincente.
Un
lavoro forse non originalissimo, ma che mantiene sempre elevato il
livello della tensione, e che rivela una cura per i dettagli solo appena
nascosta da un approccio che si spaccia per minimale. Fanno male alle
orecchie, ma ne vale la pena.
Recensione a cura di: Fulvio Ermete
Voto: 74/100
Tracklist:
1. Lachesis 02:44
2. Lineage and Dependence 02:54
3. Rumination 03:37
4. Genetic Memory 01:40
5. Othering 04:45
6. Salience 03:25
7. Black Triptych 02:16
DURATA TOTALE: 21:21
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